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XLIII Sacra Rappresentazione della vita, passione e morte di Gesù di Nazaret.

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Dopo gli anni difficili della pandemia e lo stop forzato di molte attività, riprende l’appuntamento nella Settimana Santa della Sacra Rappresentazione della vita, passione e morte di Gesù di Nazareth. Non è mai facile ricominciare, per questo ringrazio gli organizzatori e gli attori per l’impegno e per la dedizione a rimettere in piedi un evento tanto caro alla città di Gaeta.

Ricordando il momento particolare e suggestivo della crocifissione mi veniva in mente che la croce da strumento di condanna e di morte diventerà per tutti i cristiani simbolo di rinascita e di risurrezione. Il segno di croce che spesso ci facciamo, dice nella realtà della vita quello che l’autore della lettera agli Ebrei diceva ai cristiani del suo tempo: di fidarsi di Gesù che aveva attraversato la fragilità dell’uomo, che aveva misurato il dolore, pregando, supplicando, piangendo e gridando come facciamo tutti.

Capita quando non abbiamo più parole, quando la vita vacilla per scelte sbagliate o quando non si trova la forza per andare avanti o per ricominciare. Quando questo accade, scopriamo che l’unico segno che sappiamo fare e che riusciamo a fare è quello della croce perché ci rendiamo conto che è il segno di chi il dolore, la sconfitta, li ha attraversati e non ne è rimasto prigioniero. Quando ci facciamo il segno della croce, celebriamo la possibilità di uscire dalla tempesta, la possibilità di attraversare e arrivare oltre la sponda del dolore e del fallimento.

Quando ci facciamo il segno della croce dichiariamo che abbiamo capito che Cristo Signore non ci lascia soli nell’attraversare la tempesta ma l’attraversa con noi. La croce è una nave che Lui conduce dalla quale non vuole scendere, non perché ama l’albero del supplizio, ma perché ama noi che a quell’albero siamo aggrappati per non affondare.

L’Arcivescovo

+ Mons. Luigi Vari

La Sacra Rappresentazione della Passione e della Morte di Gesù ritorna dopo la lunga pausa dovuta alle restrizioni sanitarie da Covid-19. L’Associazione Culturale «Antares Gaeta» ripropone quindi la manifestazione religiosa, nata con l’intento di far rivivere i momenti forti del periodo pasquale mediante la rappresentazione teatrale della Passione e Morte di Gesù Cristo.

Sia i testi che le scenografie della rievocazione storico-drammatica – che da qualche decennio si tiene sugli Spaltoni di Monte Orlando – sono stati studiati nel pieno rispetto del Vangelo e nel corso degli anni si sono realizzate strutture scenografiche di particolare bellezza.

Sotto l’accurata regia del prof. Nicola Di Tucci, la Passione di Cristo – giunta quest’anno alla 43esima edizione – viene messa in scena per rievocare ancora una volta i momenti di sofferenza vissuti da Nostro Signore per prepararci a vivere le celebrazioni pasquali della Settimana Santa che culmineranno con la domenica di risurrezione.

La comunità gaetana e i turisti attendono con ansia di assistere a questa sacra rappresentazione nella quale saranno coinvolti oltre 100 figuranti con costumi e scenografie che ben si inseriscono nel suggestivo ambiente naturale di Monte Orlando.

Dunque, anche quest’anno verrà fatta una ricostruzione scenica accurata e sarà un momento di intensa meditazione e riflessione su un evento mistico e suggestivo riproposto nell’ambito della settimana santa ma che ha cambiato la storia dell’umanità.

Un Cristo che muore e rivive per noi. Un Cristo che viene per rigenerare le energie dello Spirito e immettere nella storia un soffio di vita sempre nuovo. È questo il Cristo della sacra rappresentazione gaetana, un Cristo che trionfa sulla morte, come l’alba di un nuovo giorno, dopo la croce, dopo la passione, dopo la sofferenza.

Il Sindaco

Dr. Cristian Leccese

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