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Umberto Scipione, la sua Musica ….e il Tempo Sospeso Intervista al Maestro in tempi di Coronavirus

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Maestro la sua prima reazione alla pandemia….

Inizialmente non mi sono preoccupato…non ho dato particolare peso ai primi allarmismi. Ma il mio carattere è cosi… mi porta ad essere fatalista, a non cedere a visioni pessimistiche. Con il mio realismo positivo, ho pensato ad un’influenza un po’ più contagiosa. Ma dopo pochi giorni mi sono subito ricreduto. La diffusione esponenziale di un virus sconosciuto che stava provocando migliaia di morti in Cina, in Italia e via via in tutto il mondo, mi ha colpito profondamente… ho condiviso il dolore di coloro che all’improvviso stavano perdendo gli affetti più cari senza neanche poter dare loro l’ultimo saluto. Ho visto negli ospedali medici, infermieri operatori sanitari diventare eroi, pronti a sacrificare la loro vita per salvare la nostra. Guardavo le immagini di questa immensa sofferenza scorrere nei vari Tg, nei servizi e programmi di approfondimento… e ho capito che eravamo in guerra contro un nemico subdolo, sconosciuto e per questo molto pericoloso. Ho avuto paura. Per i miei affetti, per mia madre, per i miei figli e per tutte le persone a me care. Una paura che ancora non mi abbandona.

Poi è arrivato il lockdown …è iniziato un tempo sospeso che nessuno avrebbe mai immaginato di vivere…come sono le sue giornate a casa?

Le mie giornate sono sempre troppo brevi…. Non sto scherzando è proprio così. Quasi quasi sono ancora più impegnato di prima! Da quando mi sveglio fino a notte inoltrata ho un turbinio di cose da fare. Al mattino l’impegno è più casalingo e familiare: vivo a Roma con i miei due figli, quindi mi occupo della cosiddetta economia domestica quotidiana, senza collaboratori a causa della chiusura. Nel pomeriggio qualche volta un pò di relax…vedo un film con i ragazzi, leggo, riposo….ma il più delle volte mi tuffo nel mio lavoro sia di compositore che di docente al Conservatorio Santa Cecilia attraverso la didattica a distanza. Non ho mai smesso di lavorare: anche durante questa quarantena trascorro un’infinità di ore nel mio studio, come d’altronde faccio sempre quando non sono in tournée. Mi dedico alla Passione della mia vita, la Musica che è anche il mio lavoro. Questa è una grande fortuna per me. Soprattutto la notte, l’amore per la Musica si scatena… mi toglie il sonno e la stanchezza…sento che devo cogliere quell’attimo, quell’emozione, quella sensazione che devo scrivere sul mio pentagramma, quello del cuore perché diventi Musica, perché la melodia catturi la magia di quel mio sentire e la trasformi in Poesia.

Tanto lavoro dunque come sempre…a cosa sta lavorando precisamente?

Sto componendo la Colonna Sonora per il prossimo film di e con Alessandro Siani, e come ogni nuova avventura mi carica di adrenalina e stimoli creativi, nuove ispirazioni, nuove immagini da colorare di suggestioni e riempire di  emozioni con la mia Musica. Insieme al mio agente e produttore Toto Iacobone, mi sto anche dedicando al concepimento di un nuovo format per i miei prossimi concerti che avranno una nuova impronta, leggermente più classica, ma saranno sempre un viaggio attraverso tutti i generi musicali, com’è nel mio stile compositivo. Un progetto ambizioso…vorrei proporre al pubblico italiano ed internazionale la mia Musica in una veste sempre poetica e ancor più ricca di virtuosismi. Un concerto sempre più spettacolo, dove ovviamente la mia musica rimane unica protagonista, ma con la presenza di molti ospiti tra attori, cantanti ballerini e immagini dai miei film.La pandemia non ferma la creatività, non ferma la Musica, i progetti in itinere vanno avanti con ancora più forza e ispirazione. Ho appena ultimato un medley per Bandoneon e Orchestra, nel quale ho usato temi tratti dalle Colonne Sonore che ho composto per i film Benvenuti al Sud e Il Giorno Più Bello del Mondo. Ho scritto questo mix di brani per uno strumentista a dir poco strepitoso, un fantastico interprete, il fisarmonicista di fama internazionale Mario Stefano Pietrodarchi che lo avrebbe dovuto eseguire durante il Concerto con l’Armenian State Symphony Orchestra, diretta dal Maestro Beatrice Venezi, da tenersi il prossimo 16 maggio nella Sala della Philarmonia di Yerevan, capitale armena. Il Coronavirus ha solo rinviato l’evento, e al momento lo ha trasformato in un nuovo progetto: la realizzazione di un video del Concerto con la mia Musica che sarà diffuso in Armenia e da lì in tutto il mondo. Restando in tema di Benvenuti al Sud, la pandemia ha rinviato anche lo spettacolo che avrei dovuto tenere il prossimo mese di luglio a Castellabate, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale che vuole così celebrare i dieci anni dalla realizzazione di questo film campione di incassi, proprio nelle stradine e nei vicoli del suggestivo paese campano. Film di cui ho composto la Colonna Sonora per la quale ho ottenuto nel 2011 una delle mie 4 Nomination al David di Donatello.

E poi c’è la docenza al Conservatorio Santa Cecilia Di Roma…la sua passione per l’insegnamento è ben conosciuta così come il suo rapporto con gli allievi un sapiente mix di rispetto, stima e affetto reciproci. Come sta vivendo l’esperienza della didattica a distanza?

Dopo un’iniziale periodo di scetticismo, alimentato anche da problematiche con le varie  piattaforme digitali, ho instaurato un ottimo rapporto con le lezioni on line, nonostante per gli insegnamenti di strumento esse presentino evidenti carenze. Ferma restando dunque la mia preferenza verso le lezioni in presenza, devo dire che la didattica a distanza ha innegabili vantaggi. Ad esempio gli allievi, soprattutto i pendolari, non dovendo venire in Conservatorio hanno sicuramente più tempo da dedicare allo studio. Ma soprattutto ho organizzato le lezioni in maniera tale che i ragazzi abbiano una grande possibilità di crescita nella loro formazione: ho chiesto ai miei studenti di registrare i brani studiati, poi io li ascolto e via Skype li valuto insieme a loro. Registrare la propria esecuzione è importantissimo, una tecnica fondamentale per migliorare riascoltandosi, in quanto consente allo studente di sviluppare un’importante capacità di autocritica. Quando si suona uno strumento a fiato, più di ogni altro, non si ha l’esatta percezione del suono del proprio strumento, questa infatti si può meglio acquisire registrando e riascoltandosi. Sicuramente mi manca il rapporto vis à vis con l’allievo che crea maggior empatia durante la lezione e consente una valutazione didattica dell’esecuzione indubbiamente migliore, in tutte le sue sfumature dinamiche, timbriche, espressive ed interpretative.

Maestro in questi giorni di distanziamento sociale la Musica può essere quell’abbraccio che non può dare né ricevere?

Assolutamente sì! Sono convinto che le note sappiano parlare meglio di ogni parola …sappiano abbracciare più di qualsiasi abbraccio…E mi piace pensare che le persone a me care, i miei affetti, i miei amici che nel cuore mi sono sempre vicini, se in questi giorni ascoltano i miei brani, sentono il calore dei miei abbracci. Quelli che ancora non possiamo scambiarci e che non avrei mai pensato di essere lì in attesa di dare e ricevere!

Ma la sua giornata è anche piena di “famiglia”…questo tempo sospeso è anche una riscoperta del tempo in famiglia…

Sì ed io lo vivo come la realizzazione di un sogno. La mia vita di artista, spesso lontano da casa per concerti, impegni sui set cinematografici e nelle sale di registrazione, mi ha fatto perdere tante fasi importanti nella crescita dei miei figli, mi ha fatto desiderare quella quotidianità della vita familiare, fatta di piccole e grandi cose. Questo tempo sospeso è per me un’occasione unica di recuperare tanto tempo perduto: sto assaporando tutto il piacere del condividere i diversi momenti della giornata con i miei figli. E’ meraviglioso essere padre e fare il papà a tempo pieno, credo non ci sia felicità più grande. In questi giorni vivo con i miei figli ore di grande complicità anche semplicemente collaborando negli impegni domestici e in cucina, vedendo un film, chiacchierando su temi diversi, facendo un po’ di ginnastica insieme…condividendo giorno dopo giorno i loro studi universitari, la tensione di un esame e la gioia del successo nel suo brillante superamento. Anche prima partecipavo a queste bellissime emozioni ma non sempre con la quotidianità che caratterizza questo periodo. Tutto ciò mi riempie di vita…

Non è quindi una vita sospesa la sua, tutt’altro, ma quale può essere l’aspetto più positivo nel vivere questa sorta “di clausura obbligata”?

Credo il fermarsi… e il riflettere per capire l’importanza di un abbraccio, di una stretta di mano, di una carezza, di un gesto di solidarietà…il fermarsi per assaporare quelle piccole cose, quelle  piccole azioni  della nostra vita quotidiana… che poi in realtà sono quelle che ti fanno sentire meno solo…il fermarsi per imparare a distinguere meglio ciò che è importante e ciò che è futile. Per imparare a capire che il tempo, e non il denaro, è la nostra risorsa più preziosa.

Cosa le manca di più e cosa le manca di meno della vita ante Covid 19?

Mi manca mia madre che non vedo dall’inizio della pandemia, per proteggerla non sono mai andato a trovarla a Gaeta, dove vive, non facendole mai mancare però la mia presenza via telefono, anche attraverso video chiamate. Mi mancano gli abbracci, i baci e le carezze  con cui adoro coccolarla. La sua ironia quando l’età non si fa sentire e ti diverte con i suoi pensieri. Ma mi mancano anche i suoi momenti no, che mi ricordano che ha appena compiuto 90 anni…e provo una stretta al cuore. Mi manca Gaeta che è un po’ la mia famiglia, è il profumo della mia infanzia, della mia adolescenza che ancora sento quando cammino nei vicoli di via Indipendenza o nelle stradine di Gaeta Medievale. Mi manca il suo mare che nutre la mia anima e la mia Musica, le passeggiate nel Parco di Monte Orlando che mi ritemprano la mente e lo spirito. Mi manca il suo orizzonte che mi affascina e mi parla di sogni e di stelle da raggiungere….Mi manca la libertà…non solo come possibilità di decidere cosa fare e dove andare, ma come condizione psicologica del mio agire, come quel respiro libero della mente e del cuore, oggi giustamente condizionato dall’imperativo categorico del “restiamo a casa!”. Non sento invece la mancanza di quel tempo veloce che caratterizzava le mie giornate “normali”. Quelle corse per raggiungere un obbiettivo…in quel dato momento … Quelle esigenze improcrastinabili ….che non sempre mi permettevano di vedere quel mare …quelle stelle… di vivere i miei sogni.

Il Coronavirus ha accentuato in tutti noi un senso di precarietà, di fragilità della nostra vita, anche di paura del futuro, soprattutto a causa della grave crisi economica che si accompagna alla pandemia. Maestro anche lei condivide queste sensazioni e come le affronto?

Si le condivido e vivo il dolore di chi in questa guerra assurda ha perso i suoi cari, sento lo sconforto e la disperazione di chi ha perso il lavoro e farà fatica a ritrovarlo, di chi ha impiegato una vita a costruire il suo futuro e all’improvviso si accorge che quel futuro non c’è più. Come affronto queste sensazioni? Rimboccandomi le maniche ancora di più, lavorando con maggior impegno, lasciando libera la mia creatività, ravvivando quel fuoco che anima la mia passione per la Musica. Il lavoro ripaga sempre. Dobbiamo reagire, reinventarci e saper sfruttare questo tempo sospeso, trasformarlo in tempo produttivo, provando a costruire un nuovo futuro, per essere pronti, quando tutto finirà, a riprendere il nostro cammino nella società più determinati di prima.

Condivide dunque il pensiero di Einstein, e prima ancora di Seneca, per cui nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità?

Ne sono convinto. Le difficoltà, anche le più insormontabili, possono portare a qualcosa di nuovo, ci danno la possibilità di riflettere, di capire gli errori, di diventare più consapevoli delle nostre fragilità ma anche delle nostre potenzialità. Ci danno un’opportunità per migliorare, per crescere, per cambiare direzione… possiamo coglierla o passivamente stare a guardare. Io opto per la prima ipotesi.

Nulla sarà come prima… sentiamo ripetere spesso in questo periodo. E’ d’accordo?

In parte. Credo che qualcosa cambierà in tutti noi, nella nostra vita, ma non tutto. Dipenderà sempre da noi stessi, da quanto saremo in grado di trasformare la pandemia in un’opportunità, dalla nostra capacità a non dimenticare ciò che si è sofferto e ad attivarci per essere più preparati ad affrontare in futuro eventuali situazioni simili. Di certo mi auguro che una cosa non si dimentichi: l’importanza dell’Arte in questo periodo. Un buon libro, un bel film, una buona musica, la visita virtuale di un Museo, uno spettacolo di danza o teatro in tv, sono stati i nostri compagni migliori. Hanno saputo ben sostituire l’abbraccio, la passeggiata e perfino l’Happy Hour! Stiamo riscoprendo l’importanza del patrimonio culturale, stiamo vivendo in modo nuovo le emozioni dell’Arte. Stiamo imparando come tutte le espressioni artistiche ci aiutino a vivere in armonia con il mondo anche quando questo sembra non volerci più! L’Arte tocca l’anima…racconta ciò che siamo…ci insegna ad essere ciò che non siamo…Non dimentichiamo tutto questo… Dopo! Restituiamo all’Arte il posto che le compete…Facciamo in modo che almeno in questo campo nulla sia come prima!

Maestro tra i brani da lei composti qual è quello che sente più vicino al suo stato d’animo in questo tempo sospeso?…

Senza alcun dubbio “La Meraviglia”: un brano tratto dal mio ultimo lavoro cinematografico in cui ritrovo tutta la sofferenza di questo drammatico periodo, ma anche la speranza che presto la luce ritornerà ancor più splendente.

Roma 4 Maggio 2020

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a cura di: Ufficio Stampa Umberto Scipione Paola Colarullo