Da Gaeta al Salone del Libro di Torino: Marco Avico e “La fragilità del cristallo”.

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Marco Avico, poeta originario di Gaeta, ha fatto il suo debutto al prestigioso Salone Internazionale del Libro di Torino, presentando la sua raccolta di poesie edita da Aletti editore, intitolata “La fragilità del cristallo”. L’opera, che ha già catturato l’attenzione del pubblico e della critica, è un viaggio intimo e profondo nell’animo umano.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Marco Avico al rientro dal Salone del Libro, dove ha condiviso le sue riflessioni sul processo creativo e sul significato dietro al titolo evocativo della sua raccolta.

“Il Salone del Libro di Torino è un’esperienza unica, un crocevia di idee e di incontri che arricchiscono l’anima. Per me, autore emergente, è stato un privilegio e una grande opportunità poter presentare ‘La fragilità del cristallo’ in un contesto così prestigioso. Ho avuto modo di confrontarmi con un pubblico attento e curioso, che ha dimostrato grande interesse per la mia raccolta. Le domande, i commenti, i sorrisi… tutto contribuisce a dare un

senso profondo al lavoro di scrittura. È stato anche fondamentale incontrare altri autori, editori, critici: sono momenti di scambio che stimolano la riflessione e aprono nuove prospettive”.

Tornando alla sua raccolta di poesie Avico ha aggiunto: “Un poeta è attraversato dalle immagini mentali, è sbalordito dalle metafore, è sovrastato dai ricordi, è impregnato dal trascorrere del tempo, è attratto dalle antitesi e dalle dicotomie. A volte è così difficile seguire i propri pensieri nascosti, dare vita ai propri stati d’animo, annullarsi nel tempo e nello spazio, e ci si ritrova denudati, senza verità, di fronte a se stessi con la sola voglia di esistere”.

Avico ha poi rivelato il curioso processo che ha portato alla scelta del titolo: “All’inizio il titolo è giunto all’orecchio, prima che al cuore, ma dopo ho riflettuto meglio ed in modo variopinto ho accostato il cristallo, questa struttura solida, costituita da atomi, molecole o ioni, che ha una sua disposizione geometricamente regolare e l’ho accostata, trovando delle connessioni necessarie, alla poesia”.

Infine, ha concluso con una riflessione sulla spontaneità e l’intento dietro la sua scelta: “Devo dire la verità, non ci ho pensato molto prima di poter dare il titolo ‘La fragilità del cristallo’ alla raccolta delle mie poesie, delle mie emozioni graffiate sul foglio. In genere quando un autore, un artista, sceglie un nome da dare alla propria creazione lo fa per obbligo di sintesi, di modo che chi si appresti a seguire il flusso di pensieri sconosciuti, possa essere almeno aiutato nel comprendere l’atmosfera che aleggia nell’opera stessa”.

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a cura di: Andrea Brengola